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05 ago 2019
IL CAMBIO AUTOMATICO VIENE INVENTATO IN ITALIA
Quando pensiamo al cambio automatico, alla sua nascita e al suo sviluppo, viene spontaneo pensare agli Stati Uniti. Certamente è il luogo dove tutto questo ha raggiunto la sua massima diffusione, grazie anche alle sue immense distese e alle sue ampie autostrade ma, in realtà il primo cambio automatico (per come lo conosciamo oggi) è nato in un luogo dove forse proprio non ce lo saremmo mai aspettato: in Umbria, a Città della Pieve, nel 1931 e per una brillante intuizione dell’ingegnere Elio Trenta..
Quando pensiamo al cambio automatico, alla sua nascita e al suo sviluppo, viene spontaneo pensare agli Stati Uniti. Certamente è il luogo dove tutto questo ha raggiunto la sua massima diffusione, grazie anche alle sue immense distese e alle sue ampie autostrade ma, in realtà il primo cambio automatico (per come lo conosciamo oggi) è nato in un luogo dove forse proprio non ce lo saremmo mai aspettato: in Umbria, a Città della Pieve, nel 1931 e per una brillante intuizione dell’ingegnere Elio Trenta.
L’ingegnere Elio Trenta non fu il solo però a lavorare su questo progetto e nel 1930 l’ingegnere svizzero Gaston Fleischel brevettò il suo modello di cambio automatico che utilizzava una frizione a dischi multipli di un cambio a ingranaggi epicicloidali Cotal. I problemi che frenarono lo sviluppo e la diffusione del cambio automatico in Europa erano fondamentalmente due: la riduzione delle prestazioni e l’aumento dei consumi. Prestazioni “elevate” e consumi contenuti hanno da sempre rappresentato l’obiettivo della maggior parte delle case automobilistiche europee. Ma PEUGEOT, che comunque aveva sempre creduto nell’innovazione e anche all’utilizzo di trasmissioni molto particolari come il cambio COTAL, decise di acquistare il brevetto dell’ingegner Fleischel.
Il progetto dell’Ing Fleischel fu portato a termine nel 1935 aggiungendo al cambio Cotal un sistema di regolazione centrifugo collegato alla trasmissione con un flessibile ed un correttore a depressione. Il sistema di regolazione collegato alla scatola di comando si muove in funzione della velocità facendo scattare (tramite un leveraggio) i diversi rapporti del cambio, ovvero: quattro marce avanti, neutro e retromarcia. In occasione del Salone di Parigi del 1935 fu esposto un “simulatore” di una 402 automatica che spiegava il funzionamento di questo nuovo tipo di cambio. Un esemplare perfettamente funzionate fu anche messo a disposizione della stampa specializzata che, una volta compresa la differente modalità di guida, valutò positivamente questa innovativa trasmissione automatica. Alcune vetture furono messe in produzione (la cifra esatta non è nota), ma il costo del nuovo optional aumentava il prezzo della 402 di seimila franchi incidendo sul costo complessivo di produzione di circa un 20%, PEUGEOT lo reputò eccessivo e per questo fu rapidamente tolto dal listino. Nel 1936, nacque comunque la 402 E equipaggiata con il Cambio COTAL, e con gli stessi treni epicicloidali del cambio Fleischel dal quale differiva solo per i leveraggi di comando. Fu quindi deciso nel 1938 di inviare sia il simulatore che alcune vetture equipaggiate con il cambio automatico Fleischel negli Stati Uniti sperando di trovare consensi all’interno di un mercato particolarmente vasto e ricco.
Lo scoppio della guerra mise definitivamente la parola fine alla 402 automatica ma, alle case automobilistiche americane non sfuggì l’opportunità di studiare e copiare la 402, dando gradualmente vita ad una fortunata generazione di vetture equipaggiate con cambio automatico. Alla fine della guerra sia Peugeot che l’Ingegner Fleischel tentarono inutilmente di far valere i propri diritti, ma senza successo.
La strada era però stata tracciata ed il cambio automatico ha trovato via via sempre più estimatori e oggi la Casa del Leone annovera diverse versioni della gamma che utilizzano o l’EAT6 oppure l’EAT8, ad 8 rapporti. Compagni ideali di viaggio per elevare il confort ma anche per sfruttare ancor meglio le doti dei moderni motori adottati da PEUGEOT.