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30 mag 2025
Opel OPC: per clienti appassionati e piloti non-professionisti
Nel 1999 la prima Opel Astra OPC Un’ampia gamma di vetture speciali Come inventare il mercato delle “monovolume sportive”
- Nel 1999 la prima Opel Astra OPC
- Un’ampia gamma di vetture speciali
- Come inventare il mercato delle “monovolume sportive”
Torino – Venticinque anni fa, nel 1999, appena due anni dopo la sua costituzione, Opel Performance Center (OPC), il reparto corse della Casa tedesca, presentò la prima Opel Astra OPC che riscosse un sorprendente interesse. In soli quattro mesi fu venduta tutta la serie limitata di 3.000 esemplari prodotti: niente male per una berlina sportiva!
Dietro la realizzazione di questo modello, non c’era però una strategia di marketing né una politica di prodotto destinate ad aprire la strada a quelle che sarebbero state le successive Opel OPC, ma più semplicemente alcune parti del regolamento tecnico della federazione sportiva tedesca (DMSB) che richiedeva che per essere omologata per le competizioni una vettura fosse prodotta in almeno 2.500 esemplari. Opel, che aveva una lunga tradizione nelle corse automobilistiche a livello non-professionistico, pensò che il modello più adatto alle competizioni in pista e nei rally potesse essere realizzato sulla base della berlina Astra-G a 3 porte. Nacque così la prima Opel Astra OPC.
Il concetto semplice ed al tempo stesso ambizioso era molto valido in quanto la vettura aveva una carrozzeria modificata nell’aerodinamica e nell’estetica, un brillante 4 cilindri bialbero ECOTEC a 16 valvole di 2,0 litri da 160 CV (118 kW) ad aspirazione naturale, un assetto molto sportivo ed un potente impianto frenante. La prima Opel Astra-G OPC era un’automobile per veri appassionati. Il fatto che fosse in grado di raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo in 8.2 secondi ed una velocità massima di 220 km/h fa solo intuire tutto il potenziale di questo modello. Le sue prestazioni si rivelarono importanti anche da un altro punto di vista. Ad un prezzo base di poco superiore ai 19.000 Euro, la prima Opel Astra OPC non offriva solo un comportamento su strada straordinario, ma era anche in prima fila dal punto di vista del rapporto prodotto/prezzo.
Definire l’immagine e creare interesse
Questa vettura era senza dubbio in grado di stimolare l’interesse del pubblico, Nondimeno alla fine del 2002 ricevette – letteralmente – una “spinta” aggiuntiva. Il motore fu oggetto di molte modifiche e dotato di un turbocompressore. A questo punto, con una potenza di 200 CV (147 kW) la seconda edizione di Opel Astra OPC divenne una delle migliori vetture della sua categoria per comportamento su strada e velocità massima: con i suoi 230 km/h questa compatta berlina a 3 porte entrò a pieno diritto nel club delle automobili sportive.
Station wagon e monovolume secondo OPC
Alla berlina 3 porte OPC furono affiancate tra il 2001 ed il 2002 due versioni OPC di Opel Astra Station Wagon e di Opel Zafira equipaggiate con un motore 2.000 turbo-benzina da 240 CV (177 kW). La prima raggiungeva i 100 km/h con partenza da fermo in 6.4 secondi ed una velocità massima di 244 km/h, la seconda passava da 0 a 100 km/h in 7.8 secondi e raggiungeva i 231 km/h. Ampi margini di tenuta di strada e di sicurezza erano assicurati dall’autotelaio elettronico interattivo (IDSPlus su Opel Astra, IDSPlus2 su Opel Zafira).
Per il suo vivace comportamento su strada, la guida sportiva e le funzionalità offerte, la monovolume compatta Opel Zafira lanciava l’idea assolutamente originale di “monovolume sportiva”. Il suo successo di pubblico fu tale che, poiché le richieste superarono le previsioni, fu necessario rivedere i programmi di produzione. I dati di vendita della prima generazione di Opel Zafira OPC, la “monovolume in serie più veloce del mondo” parlano da soli: ne furono venduti infatti 12.000 esemplari, compreso uno con motore a GPL fatto realizzare da Opel Italia.
Gamma 2006: quattro OPC differenti
Verso la metà degli Anni 2000 le versioni OPC rappresentavano l’espressione più emozionale e sportiva della gamma Opel. Non poteva quindi mancare una versione OPC di Opel Vectra-C con carrozzeria berlina 5 porte e station wagon. Entrambe le versioni erano equipaggiate con un nuovo 2.800-V6 con turbocompressore a doppia girante e fasatura variabile delle valvole che consentiva di raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo rispettivamente in 6.7 ed in 6.9 secondi. Le velocità massime (260 km/h e 254 km/h) erano degne di prestigiose granturismo. Come Opel Zafira OPC, anche queste vetture avevano il sistema di controllo elettronico dell’autotelaio IDSPlus2.
Giro record al Nurburgring per la Opel Corsa OPC
In quest’ottica, nel 2007, la commercializzazione della nuova Opel Corsa-D non poteva prescindere dalla realizzazione di una versione OPC spinta da un 1.600 turbo-benzina da 192 CV (141 kW) che non a caso fu oggetto di un “battesimo” speciale sull’anello nord del circuito tedesco del Nürburgring, il mitico “Inferno verde”. Qui, nelle mani del pilota tedesco Manuel Reuter, la piccola Opel percorse i 20,800 chilometri della Nordschleife nel tempo record di 8 minuti 47 secondi, stabilendo il nuovo record per le vetture della sua categoria.
«Potete quasi sentire che la messa a punto finale di questa automobile è stata effettuata proprio qui, sul più impegnativo circuito del mondo» commento all’epoca Reuter, che a suo tempo era stato coinvolto nella messa a punto dell’assetto e nello sviluppo della versione OPC. «Opel Corsa OPC reagisce prontamente ai comandi e ha un comportamento sempre prevedibile, nei limiti della fisica automobilistica». Opel è di casa sul circuito del Nürburgring ed in particolar modo sulla famosa Nordschleife, dove gli ingegneri della Casa di Rüsselsheim collaudano e mettono a punto abitualmente il comportamento su strada dei nuovi modelli.
Contatti per la stampa:
Stefano Virgilio
Responsabile Comunicazione Opel Italia
stefano.virgilio@opel-vauxhall.com
Contatti per il pubblico:
tel. +39 02 7541 9845
Via web sul sito:
https://opel.my-customerportal.com/opel/s/?language=it
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