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29 mag 2006

Alfa 159 entra nel parco auto di Polizia e Carabinieri

Continua il connubio che lega il brand Alfa Romeo e le Forze dell’Ordine da oltre 50 anni. Infatti, oggi il testimone delle celebri "gazzelle” dei Carabinieri e delle “pantere” della Polizia Italiana è raccolto da Alfa 159...

Alfa 159 entra nel parco auto di Polizia e Carabinieri
Continua il connubio che lega il brand Alfa Romeo e le Forze dell’Ordine da oltre 50 anni. Infatti, oggi il testimone delle celebri "gazzelle” dei Carabinieri e delle “pantere” della Polizia Italiana è raccolto da Alfa 159 che si è rivelata l'auto più adatta a soddisfare le loro particolari esigenze nello svolgimento del servizio di controllo del territorio.

In particolare, tutte le Alfa 159 dei Carabinieri e della Polizia sono equipaggiate con il 2.4 JTDM 20v da 200 CV, il potente turbodiesel Multijet che, abbinato ad un cambio meccanico con sei marce, offre prestazioni ai vertici della categoria. Inoltre, sono allestite direttamente in fabbrica, a Pomigliano d'Arco, per garantire la compatibilità di ogni trasformazione con le caratteristiche generali del modello. E in comune con le normali vetture hanno una ricchissima dotazione di serie, tra i quali ABS completo di EBD, climatizzatore bi-zona, cinque airbag (anteriori, laterali e quelli dedicati alle ginocchia), VDC (Vehicle Dynamic Control).

Le similitudini, però, si fermano qui. Nel caso delle "gazzelle" e delle “pantere”, infatti, l'ottimo allestimento di base ( che ovviamente, gode di tutti i punti di forza ampiamente riconosciuti ad Alfa 159) viene integrato con le numerose dotazioni specifiche richieste dalle due Forze di Polizia.

Impiegate nei servizi d’ Istituto, le Alfa 159 "blu notte" dei Carabinieri e quelle “celesti” della Polizia devono fornire protezione agli equipaggi, per cui sono parzialmente blindate e con vetri antisfondamento. Molto diverso da quello delle vetture di serie è anche l'abitacolo, dove i sedili posteriori sono completamente isolati dall’ abitacolo con una paratia in policarbonato ed acciaio. La finestratura ricavata nel divisorio si può aprire solo dai posti anteriori, così come porte e vetri posteriori, a comando elettrico, che possono essere sbloccati solo dall’ equipaggio per consentire il trasporto in sicurezza di eventuale personale arrestato. Inoltre i sedili anteriori sono rivestiti con il tessuto Fortex che ha già dato buona prova di sé su altri veicoli allestiti per usi particolarmente impegnativi.

All'esterno, sul tetto, ci sono i dispositivi elettroacustici che, per la Polizia, sono accorpati in una barra attrezzata multifunzioni; per i Carabinieri, invece, luci di emergenza, un faro orientabile e un pannello luminoso a scomparsa integrato aerodinamicamente con la carrozzeria. Quest'ultimo dispositivo permette di segnalare con scritte luminose diversi tipi di situazioni che si possono verificare nel corso delle missioni sulle strade: incidente, nebbia, controllo carabinieri, deviazione, coda.


Infine, le speciali Alfa 159 propongono diversi scompartimenti per riporre le dotazioni individuali di difesa; la predisposizione per gli apparati di comunicazione, navigazione e trasmissione in dotazione alla Polizia e ai Carabinieri ed apparati di acquisizione dati, come il lettore automatico targhe; il serbatoio che nasconde, al suo interno, speciali sfere di maglia in lega di alluminio che escludono qualsiasi pericolo di esplosione a causa di scoppi interni; e il bagagliaio attrezzato per riporre materiali normalmente impiegati, come la borsa per il pronto soccorso, l'estintore, i cartelli e i coni segnaletici.


Alfa Romeo e Polizia
È da mezzo secolo, ormai, che la Polizia Italiana combatte il crimine affidandosi, nell’utilizzo delle sue vetture, ai potenti motori Alfa Romeo. Fu l’Alfa Romeo 1900 T.I., agli inizi degli anni Cinquanta, ad aprire la strada al binomio Polizia – Alfa Romeo e a garantire, con i suoi 100 cavalli, potenza e sicurezza al servizio dei cittadini; ma non si trattava solo di berline. Il reparto Celere, infatti, sfrecciava negli stessi anni a bordo dei rossi fuoristrada Alfa Romeo A.R. 51 (Matta), mentre il marchio Alfa Romeo siglava anche i motori dei velocissimi natanti della Polizia Marittima. Dal 1955 il testimone del ruolo di “Pantera” passò dalla 1900 alla scattante Giulietta T.I., per arrivare alla Giulia nella motorizzazione da 1600 centimetri cubi che sviluppava una potenza di 92 cavalli. Anche negli anni Sessanta le Pantere Alfa Romeo vennero affiancate da modelli coupé, come la 2600 Sprint carrozzata da Bertone, o furgoni come il Romeo II. Infine, sono state Pantere verdi della Polizia vetture Alfa Romeo entrate di diritto nella storia dell’auto, come l’Alfetta, la Nuova Giulietta, l’Alfasud, la 33, l’Alfa 90, l’Alfa 75, e la 156 anche in versione Sportwagon fino ad arrivare ad oggi, con la Pantera “targata” 159.


Alfa Romeo e Carabinieri
Alfa Romeo e Carabinieri, una collaborazione che dura dal secondo dopoguerra quando tutte le “Gazzelle” avevano il marchio Alfa Romeo sulla calandra, a cominciare dalle Giulietta e dalla sua discendente diretta, la Giulia, nelle motorizzazioni da 1600 cc, con la caratteristica griglia a sostituire i fari abbaglianti per fare spazio alle potenti sirene. Alla base c’era l’obiettivo preciso di modernizzare il servizio automobilistico allo scopo di controbattere la malavita organizzata. La Giulia T.I. appare perfetta: una vettura di nuova concezione che coniugava grandi prestazioni motoristiche con elevate doti di affidabilità necessarie ai gravosi compiti dei nascenti "Nuclei Radiomobile". E il proficuo sodalizio tra l’Arma e Alfa Romeo prosegue negli anni successivi con vetture sempre grintose e affidabili: si chiamano Alfetta, Alfasud, Alfa 90, Alfa 33, Alfa 75, fino ad arrivare alle straordinarie performance delle 156, che ora lasciano il passo alla nuovissima 159. Insomma, da oltre mezzo secolo l’Arma dei Carabinieri si affida alle vetture Alfa Romeo per le loro doti di forza, affidabilità e sicurezza.

Torino 29 maggio 2006


IMMAGINI Alfa 159

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